Esser stati grandi calciatori, grandissimi diremo, campioni di ogni cosa, non ti abilita automaticamente a guidare dalla panchina una squadra.
Servono caratteristiche differenti. Essere maschi non vuol dire in automatico essere uomini. Padri nemmeno a parlarne.
La Cina non è l’Italia. La serie B è probabilmente ancor più complessa della A.
Cannavaro mi fa pensare a Ciro Ferrara.
Non ci si inventa allenatori. Ci si reinventa ma serve profonda intelligenza che mi perdonerete, è mancata a Fabio Cannavaro. Accettare la panchina degli stregoni giallorossi è stato un errore. Chiaro dopo un attimo. Serviva prima interrogare nell’ordine Fabio Grosso, Pippo Inzaghi e magari chiedere opportuni consigli al maestro Lippi.
Il rapporto tra il Benevento e la famiglia Cannavaro, è finalmente giunto al termine. Finalmente, ci perdonerete. Ci sono rapporti che più che ai legami somigliano molto più ad accanimento terapeutico. Ha sbagliato e di grosso patron Vigorito a rifiutare e rimbalzare le dimissioni di Fabio Cannavaro alcuni mesi fa. Il destino era segnato. Tracciato chiaramente. Benevento ed il Cannavaro style non si erano incontrati e nulla poteva farli legare.
Dall’esterno il Benevento non sembra poter lottare per i play off ma nemmeno retrocedere tanto mestamente. La rosa non sembra tanto scadente. Una società che pare tanto accorta non può retrocedere in maniera tanto scadente.
Imbarazzante.
Una manciata di punti e poco più.
Vigorito, stasera, dopo l’ennesima sconfitta in casa, ad opera del Venezia, terzultimo, non si è potuto esimere. Cannavaro esonerato.
Tardi, tardissimo.
Tornerà Caserta? Affrettato mandarlo via? Vedremo.
Forza cugini beneventani, abbiamo bisogno di Voi per la rivoluzione culturale che abbiamo in mente.