L’ultima bufala su Sarri: non c’è nessuna squadra pronta a pagare la clausola

Come sarebbe bello se la gente ragionasse prima di sparare sentenze. A volte il ragionamento vale più di una fonte che si ritiene di avere a disposizione. Ieri, diciamo il peccato non il peccatore, un giornalista molto famoso ha sentenziato: Sarri resta perché non ha nessuno che paga la clausola. Qualcuno deve avergli fatto arrivare la notizia, una notizia falsa, lo diciamo con convinzione di causa, senza avere fonti.

Se Sarri non avesse già una squadra pronta a pagare la clausola avrebbe detto certe cose non più tardi di domenica pomeriggio. Se non avesse una squadra pronta a prenderlo non avrebbe mai detto: “Non è un problema di soldi, resto solo se posso far felice i tifosi”. Non avesse avuto nessuno alle spalle avrebbe taciuto, detto che se ne parlava a fine stagione. Invece in questo modo se dovesse restare vorrebbe dire che c’è la squadra per far felici i tifosi.

La smania di dire che va sempre tutto bene porta a fare errori clamorosi. Per amor di Dio, non sono neanche errori: scrivere quello che va piacere leggere ai tifosi non ha mai rovinato nessuno. Tanto la fortuna è che dopo nessuno se ne ricorda. E c’è sempre la possibilità di mettere una pezza a colori: “Ha trovato la squadra a maggio….”.

C’è qualcosa da rivedere nelle strategie societarie

Diciamo una volta per tutte una verità sacrosanta: il calcio a Napoli è sopravvissuto all’addio di Maradona, andrà avanti anche senza Sarri. E diciamone un’altra: tre anni, almeno per l’Italia, sono tanti per un allenatore sulla stessa panchina. Il problema è un altro: ci si dovrebbe interrogare sul perché tutti gli allenatori vanno via di loro volontà. Ma le critiche alla società non sono nelle corde di una certa stampa, non solo a Napoli, a dire il vero.

Nessuno per altro chiede alla società di rivedere la sua strategia, che evidentemente oltre certi risultati non riesce ad andare. Fermo restando che non si possono spendere certe cifre, perché non cambiare strategia sul mercato, semmai anche vendendo qualche calciatore in più. E soprattutto perché non si cambia la deficitaria gestione del settore giovanile. Le squadre del livello del Napoli dovrebbero avere in rosa 11 titolari fortissimi, 6, 7 alternative di buonissimo livello. Ma gli altri 7, 8 giocatori dovrebbero arrivare dal vivaio. Come fanno Roma e Lazio, per capirci: le spese per il settore giovanile devono essere investimenti. Arrivare a spendere anche 5, 6 milioni l’anno alla fine è un affare. Perché se anche si porta in prima squadra un giocatore un anno si e un anno no, non un titolare, ma il terzo portiere, o il quinto centrale difensivo, si recuperano quei soldi.

Investire nel settore giovanile

Con un buon settore giovanile il Napoli non deve comprare Tonelli a 10 milioni, o tenere Rafael come terzo portiere. I soldi spesi nel vivaio tornano immediatamente, anche solo piazzando 6,7 giocatori l’anno tra B e Lega Pro. E poi se lavori bene la possibilità di avere ogni 5 anni un titolare sono altissime. La strategia aziendale, che dà grandi risultati economici, non porta a quei risultati sportivi che fanno felici i tifosi, per dirla alla Sarri. Certo non c’è garanzia in nessun caso, ma se una ricetta non funziona, si può provare a cambiarla, fermo restando i parametri economici generali.

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